• L'Insonne

L’insonne

liberamente tratto da “Ieri” di Agota Kristof

regia Claudio Autelli
drammaturgia Raffaele Rezzonico e Claudio Autelli
con Alice Conti e Francesco Villano
scene e costumi Maria Paola Di Francesco
luci Simone De Angelis
suono Fabio Cinicola
responsabile tecnico Giuliano Bottacin
assistenti alla regia Piera Mungiguerra e Andrea Sangalli
voce registrata Paola Tintinelli
organizzazione Monica Giacchetto e Camilla Galloni
comunicazione Cristina Pileggi
co-produzione CRT Milano e LAB121
spettacolo vincitore In-Box 2015
selezione Visionari Kilowatt Festival 2015

 

Alcuni ricordi sono stampati per sempre nella nostra memoria.

Altri rimangono sepolti per anni in posti impensabili del cervello per poi riaffiorare all’improvviso, per chissà quale associazione, cristallini come non ce ne fossimo mai liberati. Altre volte ancora, invece, rimane soltanto una sensazione, un colore, un gusto o un immagine sgranata.

In questi casi la nostra immaginazione comincia a colmare i vuoti della memoria, attraversa la soglia del passato, entra dentro un’immagine del passato, la contempla, la particolareggia, capita che si perda in questo gioco di riviviscenza, o meglio, che si abbandoni a rivivere certi istanti.

Involontariamente si costruisce un altro tempo, una pausa nel normale fluire dal passato al presente. Come in un autunnale pomeriggio d’infanzia chiusi nel salotto di casa a guardar fuori dalla finestra, impalpabilmente ci si concede una seconda possibilità.

Agota Kristof ha lasciato il suo paese d’origine durante la rivoluzione Ungherese contro il regime sovietico. Fuggita con il marito e la figlia in fasce in Svizzera, ha lavorato per anni in una fabbrica di orologi. Qui ha imparato il francese e cominciato a scrivere i suoi romanzi nella nuova lingua. Ha sempre definito la sua scrittura una menzogna, un tentativo fallito di scrivere la propria storia, troppo insopportabile da raccontare.

La storia di Sandor è il suo ultimo romanzo.

Una coppia di fratelli. La figura archetipica dell’autrice

Figura ricorrente, microscopico nucleo di famiglia da conservare o recuperare, o ancora almeno da immaginare.

Sono loro a visitare la stanza dell’autrice, accompagnandone i pensieri e guidando la sua immaginazione nel comporre questa “storia d’amore impossibile”.

Sandor aspetta l’arrivo di una donna Line che appartiene al suo passato. Un giorno lei arriva e la sua vita non sarà più la stessa.

Quello che avviene in questa composizione è un dialogo tra queste figure di fratelli e la loro autrice, loro prestano il loro corpo e la loro voce all’evocazione delle figure emerse dalla memoria dell’autrice, in un continuo salto tra rappresentazione e pensiero dell’anima che sta concependo questo mondo.

Ogni pertugio in questa stanza contiene una memoria, una via d’accesso dentro la testa dell’autore condannato a ricevere i suoi spettri.

Rassegna Stampa

LA REPUBBLICA NAZIONALE
Maura Sesia – La Repubblica Nazionale
Gocce di pioggia su una squisita pièce che si incarna tra ombre e corpi, in una scatola o gabbia, caracollando tra memoria e fantasia, a proteggere o svelare una grande storia d’amore forse impossibile, ma di estremi coinvolgimento e tenerezza.”
19 Giugno 2016

 

HYSTRIO

Laura Bevione – Hystrio

[…] lo spettacolo diretto da Claudio Autelli è una concentrata esplorazione della mente tormentata e frammentata del protagonista Tobias/Sandor. La dimensione di onirica irrealtà in cui si dipana la narrazione è visivamente suggerita dal carattere essenziale e intimistico dello spazio scenico […] così come dal reiterato ricorso alle tecniche del teatro d’ombre.

Settembre 2016

LA GAZZETTA DI PARMA

Francesca Ferrari – La Gazzetta di Parma

Nel vedere il bellissimo e complesso spettacolo L’insonne è quasi impossibile non richiamarsi all’idea di un teatro quale luogo ideale per indagare le esperienze primarie, ancestrali che la vita quotidiana non ci consente di esplorare. Lo spazio per sondare le zone buie e estrarre le ombre che, come tali, scuotono dal profondo. Così, proprio come ombre, si muovono i due intensi Alice Conti e Francesco Villano, figure dalle identità labili […]. Vero protagonista è il continuo gioco di rifrazioni che si crea con i pensieri e le parole della Kritof, in un dialogo onirico con i personaggi dell’intreccio estremamente ricercato ma anche sapientemente orchestrato, sia dalle scelte registiche adottate, che dalle abilità performative degli interpreti. […]

Aprile 2016

FIGLI SENZA VOLTO E L’INSONNE
Renato Palazzi – Del Teatro
Lo spettacolo di Autelli è molto raffinato, a partire da quella scena-scatola che fa pensare a un’opprimente gabbia mentale. Il regista toglie consistenza agli avvenimenti, ne cancella ogni precisa connotazione spaziale o temporale, giocando unicamente sulle ombre, sui controluce, sulle vecchie fotografie proiettate, sui suoni amplificati – gocciolii, rovesci di pioggia contro i vetri – che creano lividi effetti spettrali.
17 febbraio 2014

L’INSONNE
Roberto Barbolini – Il Giorno
Con lodevole impegno, gli interpreti Alice Conti e Francesco Villano danno corpo agli sdoppiamenti della voce narrante, impersonando Sandor e Line, su quella sottile linea di confine dove gli eventi del passato e gli incubi del presente convivono insidiosi tra memoria e amnesia.
20 febbraio 2014

L’INSONNE E FIGLI SENZA VOLTO
Michele Weiss – La Stampa
Standing ovation del pubblico per L’Insonne della compagnia LAB121 al CRT.

A TEATRO LA RISCOSSA DEI GIOVANI MILANESI
Roberto Borghi – Il Giornale
Il tono dello spettacolo di Autelli si avvicina a una sorta di lirismo assoluto.

ALL’ARTE / TRIENNALE: DUE DISPERATI E BELLISSIMI SPETTACOLI, DAGLI ANNI DI PIOMBO ALLA RIVOLUZIONE UNGHERESE
Paolo Paganini – Lo spettacoliere
Lo spettacolo “L’insonne” con la suggestiva e bizzarra regia di Claudio Autelli, offre subito una lunga e bellissima introduzione di teatro d’ombre, con proiezioni da una rudimentale lanterna magica su un velario tra scena e platea. Poi, qua e là, prende il sopravvento la recitazione tradizionale, con Alice Conti e Francesco Villano in convincente ed applauditissima interpretazione. Bravi.

ANIMANERA, AUTELLI E LA QUARTA PARETE “TECNICA”
Martina Melandri- KLP
L’ambiguità è strumento linguistico per Autelli, che amplifica l’isolamento e la solitudine dei protagonisti sdoppiandoli, interscambiandone le voci, facendoli entrare e uscire dalla quarta parete usata per proiettare un’altra immagine, come una seconda prospettiva, una possibile altra vita immaginata a partire dalla rievocazioe dei ricordi.  (…) un meraviglioso gioco di ombre, affascinante e magistralmente condotto dai due attori in scena: Alice Conti e Francesco Villano, costanti, fedeli e instancabili nella loro invidiabile alleanza sul palco.
24 febbraio 2014

LAB121: UNA SCRITTURA SCENICA PER AGOTA KRISTOF
Lucia Medri – Teatro e Critica
[…] precisa scrittura scenica che dona ampio respiro al testo
letterario e ne aumenta l’immaginario essenziale […]”
12 novembre 2015

L’INSONNE
Marta Calcagno Baldini – Flash Art
L’utilizzo magistrale della luce, dell’ombra, del rumore della pioggia e in generale  degli effetti sonori, portano il pubblico a vivere 80 minuti in un tempo confuso tra ricordo, sogno, menzogna e realtà.

L’INSONNE AFFASCINA
Luisa Espanet – L’Espa.net
L’insonne, invece, affascina, provoca emozioni, inchioda alla poltrona, prende i pensieri e soprattutto cattura lo sguardo.

CHIAROSCURI DELLA MEMORIA
Claudio Elli – Punto e Linea Magazine
La costruzione scenica dello spettacolo si avvale di una contaminazione garbata di linguaggi, che interagiscono nella cornice di un climax studiato opportunamente per creare una sfera di atemporalità, e suggerisce efficacemente il plot narrativo dell’autrice. Come in un film di Tarkovskij tutto appare senza limiti cronotopi, il vissuto più recondito riappare nella dimensione vivida di un quotidiano divenire, che risuona quale urlo di speranza di un sentimento mai appagato. Luci, suoni , la stessa voce fuori campo di Paola Tintinelli accompagnano l’interpretazione di Alice Conti e Francesco Villano negli anfratti di un’anamnesi dove ad essere sconfitto è l’oblio, generando un percorso onirico che coinvolge lo spettatore in quanto osservatore silenzioso di anime vaganti senza meta, ma perennemente in viaggio.

L’INSONNE
Maurizio Malavigna – Persinsala

LA MEMORIA NON DORME MAI
Parliamo di cucina
Uno spettacolo elegante, raffinato, valido esteticamente e molto ben interpretato. Un’ora e venti di abbandono del mondo esterno. Una citazione particolare va al testo che rende la potente prosa della Kristof un flusso narrativo intenso e poetico.

Ph_Valeria Palermo, Andrea Macchia

L'insonne - Video promo ©ValeriaPalermo ©ValeriaPalermo_LAB121V_C98A6443 ©ValeriaPalermo ©ValeriaPalermo_LAB121V_C98A6491 ©ValeriaPalermo ©ValeriaPalermo_LAB121V_C98A6501  10450813_949484895065548_79999860931823483_n10440930_949484908398880_3636219691048192958_n