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IL FUNERALE DEL PROPRIO IO
laboratorio di ricerca con Paola Tintinelli

In realtà l’ego (l’ioè semplicemente la conoscenza che abbiamo su noi stessi e di noi stessi, dal nostro livello di consapevolezza attuale. Si basa su credenze riguardo a noi stessi e agli altri, su filtri ed esperienze passate. L’ego è la maschera che usiamo per relazionarci con la realtà: è ciò che crediamo di essere, ossia tutto ciò che ci dà un senso illusorio di identità.

Il funerale può avere la funzione di porre in evidenza le azioni e le scelte compiute in vita dal defunto, al fine di ricavarne insegnamento utile per la comunità. Trattandosi di una cerimonia che comunque si rende in onore del defunto, pare di generale diffusione una pietosa benevolenza circa le eventuali malefatte del trapassato, e di solito il ricordo mira a preferire la narrazione di fatti, scelte, ragionamenti, emozioni e quant’altro possa assumere valore di condivisibilità etica da parte della comunità: di ciò si tesse dunque la lode, ed il defunto viene – spesso con enfasi retorica – identificato con tali positività, che sono dunque parte di ciò che la comunità avrà perso se non perpetuato da altri.

Ma se fossimo noi stessi a fare fuori il nostro io? Saremmo così benevoli?

E poi cosa rimarrebbe? Sotto la maschera c’è il nulla?

Qual è la smorfia quotidiana che dobbiamo levarci di dosso per riconoscerci  allo specchio?

Cosa ci si è attaccato addosso come una sanguisuga e ci nasconde senza che noi ci ribelliamo?

Poeticamente, energicamente, paurosamente, stuzzicandoci, partendo da un particolare che riconosciamo e aborriamo, proviamo a farlo.

Chiedo di portare una propria azione scenica della durata massima di 5 minuti per presentarci e lavorare insieme.

Potete portare un testo, una poesia, una musica registrata o suonata, uno scritto proprio, un pupazzo o un oggetto che vi identifica,  una lettura o un’azione fisica. Qualcosa da cui partire a lavorare e vedere se possiamo fare un piccolo funerale comune.

L’importante è essere ironici, pensare seriamente, liberamente, in leggerezza.

Proviamo a giocare con noi stessi, prenderci in giro, farci degli scherzi, degli agguati per sorprenderci.

Buone giornate intanto!
Paola.